La COO.BE.C. ha partecipato alla rimozione e cernita delle macerie del crollo della basilica di San Benedetto di Norcia avvenuto a seguito del sisma del 30 ottobre del 2016. L’intervento di sgombero e messa in sicurezza degli apparati decorativi in situ è stato realizzato, in più fasi, fra il 2018 e il 2020.
La prima attività di rimozione delle macerie era già stata compiuta nell’area del Portico delle misure a cura dell’ISCR che ha continuato ad avere il ruolo di coordinamento scientifico delle attività con l’applicazione della metodologia adottata nella chiesa di San Salvatore di Campi di Norcia. Una volta raccolti e catalogati, gli elementi di rilievo storico-artistico sono stati ricoverati nel deposito di santo Chiodo a Spoleto, luogo di accoglienza di gran parte dei beni terremotati. Di ogni reperto si è annotato: settore di crollo, localizzazione, sigla e numero di riferimento, data e ora del rinvenimento, documentazione fotografica. Questo sistema ha permesso di catalogare una grande quantità di elementi prevalentemente lapidei, scolpiti e a volte anche policromi riferibili al XIII-XV sec. Il rinvenimento di pezzi così antichi, inaspettato e prezioso, è dovuto al crollo di tamponature e murature a sacco di cui erano elementi costitutivi.
Durante la fase di rimozione delle macerie sulla parete sinistra della navata è stato riportato alla luce un dipinto murale raffigurante Madonna con Bambino in trono fra Angeli già noto alle fonti e citato dallo studioso Romano Cordella ma di cui non si conosceva la data 1478, emersa durante i lavori. Sul transetto di sinistra è stata riscoperta la nicchia con il dipinto ad affresco raffigurante Madonna con Bambino in trono fra i santi Benedetto e Gregorio.
Nel transetto di sinistra della basilica, inaccessibile fino al luglio del 2020, è stato recuperato il dipinto di Filippo Napoletano raffigurante “San Benedetto che riceve Totila“, realizzato nel 1621. La tela nel crollo si era adagiata su un letto obliquo di macerie, con la pellicola pittorica rivolta verso il basso. Si è proceduto alla rimozione manuale delle macerie secondo il metodo dello scavo archeologico suddividendo l’area di recupero in 12 settori al fine di non confondere la posizione dei lacerti di tela dipinta. Successivamente in laboratorio sono iniziate le operazioni conservative consistite nella rimozione del terriccio, delle polveri, nei trattamenti biocidi e nel consolidamento sia del supporto che del colore. Si stima che sia stato recuperato circa il 40% del dipinto. Attualmente i frammenti attendono di essere ricomposti e restituiti come testimonianza alla Basilica di Norcia.